La Storia di Laura

15 luglio, ore 14.00, Amazzonia occidentale: una comunità di indigeni viene fatta salire su una carovana di camionette che partono alla volta della città più vicina. L’ordine viene da una multinazionale del settore tessile, che raderà presto al suolo interi ettari di foresta per fare spazio a monocolture di cotone. Tra cinque anni, degli alberi non ci sarà più nemmeno l’ombra e la società si estenderà ai territori delle comunità limitrofe. Ma gli indigeni non lo sanno. Quando pensano al futuro, si immaginano circondati da piante, intenti a tramandare la loro connessione con la foresta alle nuove generazioni.  

 

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Stesso giorno, ore 19:00, Francia centrale: Gerome, impiegato di un’azienda produttrice di fois gras, sta fumando una sigaretta fuori dallo stabilimento in cui lavora. Ha appena tagliato il becco a 20 anatre, che esasperate dalle loro condizioni di vita, avevano iniziato a colpire compulsivamente il proprio corpo e quello delle vicine. Tra sette mesi, i loro fegati ingrassati verranno trasformati in prelibato fois gras, che Marie, appassionata di documentari naturalistici, comprerà per una cena con gli amici. Ma le oche non lo sanno. Quando pensano al futuro, si immaginano in uno stagno circondato da un folto canneto, lontano da tutti.

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Stesso giorno, ore 01:00, Cina centrale: Lin, nato in Canada da genitori cinesi, torna per la prima volta nel suo paese di origine. È cresciuto con i racconti della madre, immaginandosi le verdi colline di foreste e piccoli specchi d’acqua che lei gli descriveva così minuziosamente. Dopo un viaggio di dieci ore, con la valigia appoggiata ai piedi, Lin guarda senza respiro una distesa di sabbia illuminata dalla luce della luna. Anni di agricoltura intensiva hanno ucciso la terra, e con lei ogni forma di vita. Tra tre anni, anche il villaggio si svuoterà e tutti andranno in cerca di lavoro nelle fabbriche in città. Ma lui non lo sa. Quando pensa al futuro, si immagina all’opera assieme agli abitanti per far tornare la terra verde e ricca di acqua.

Stesso giorno, ore 19:00, Italia settentrionale: il sole sparisce lentamente tra le montagne delle Dolomiti, mentre nel piccolo paese di Costasavina un cerbiatto si aggira per gli orti vicino alle case. Anche gli abitanti si preparano a mangiare nelle loro case, dai cui camini esce il fumo bianco delle stufe accese e le cui finestre brillano di una luce calda.

Laura e Andrea stanno misurando la giornata appena trascorsa: tre chili di frutta fresca, una zuppa fatta interamente con i prodotti del loro orto, due paia di braccia stanche ma felici, e, soprattutto, quattro piccole bocche sorridenti in attesa della cena. Coetanei e sposati da dieci anni, hanno un’azienda agricola di 16 campi e un totale di 4 ettari, dove coltivano ciliegie, miele, prugne, pere, kiwi, cachi, fichi, cereali, ortaggi, erbe officinali, con cui nutrono i loro bambini, la famiglia allargata, oltre a tutto il paese, che acquista i loro prodotti al mercato locale, e le regioni limitrofe che comprano tramite i gruppi di acquisto solidale. Vivono in una casa moderna di legno e pietra, ereditata dai nonni e ristrutturata, con un balcone che guarda la valle. Dietro casa, un folto bosco li aiuta dei mesi più freddi, offrendo loro legna e protezione dal vento.

Erano gli anni ’80 quando Laura mangiava di nascosto i pomodori dell’orto di suo zio. Di quegli anni ricorda gli interminabili pomeriggi all’aria aperta, i giochi con le amiche e la svogliatezza ogni volta che il padre la portava a lavorare in campagna. Ma è proprio lì che conobbe Andrea. Timido e intelligente, le insegnò a costruire archi di legno e a conoscere i nomi delle piante. Andarono a scuola assieme, prima in paese, e poi in città, per gli studi superiori, e, inseparabili, si sposarono presto per costruire assieme una vita di cultura e natura. Lei, che sognava di diventare maestra, ha trasformato la passione per l’agricoltura in una filosofia di vita che insegna quotidianamente ai figli. Lui, che aveva una mente tanto scientifica, ha interiorizzato che nulla è semplice e che i risultati vengono con i sacrifici. Forti delle loro consapevolezze, nonostante le frequenti difficoltà climatiche e i danni al raccolto, Laura e Andrea non perdono mai l’entusiasmo e osservano attentamente i cicli della natura, seguendoli con grande armonia, pazienza ed equilibrio. Il loro obiettivo è di sviluppare uno stile di vita sano e lento, per loro, per gli altri, per il pianeta. Amano produrre tutto quello mangiano, ringraziare la terra per i suoi ricchi doni, rispettare l’ambiente, alzarsi la mattina e guardare il sorgere del sole, annusando il profumo dell’aria, nel verde e nel silenzio totale del loro piccolo paese. Passano le giornate tra il lavoro nei campi, gli amici, i bambini, piatti di lasagne e pasta alla carbonara, immaginandosi lupi e ghepardi aggirarsi tra gli alberi del bosco. Con tutta questa pace, non possono sapere di essere in realtà gli eroi di una guerra invisibile.

Le loro armi: la pazienza, l’adattamento, il trattore e la zappa.

I loro compagni: i bambini, l’aria, il bosco dietro casa.

La loro felicità è lenta e totale.

Tra sette anni, i figli avranno messo a frutti gli insegnamenti di Laura, sviluppando soluzioni innovative e creative alle complesse questioni ambientali, portando avanti con grande gratitudine, consapevolezza e libertà il lavoro in campagna dei genitori, forti del supporto dei gas di cui fanno parte. Il paese continuerà a compare i loro prodotti e Laura e Andrea potranno regalarsi un lungo viaggio in barca a vela alla scoperta del mondo, fino ad allora solo immaginato dall’alto delle loro montagne.

E loro lo sanno.

Quando parlano del futuro, si lanciano un lento sguardo d’intesa.

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